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Cosa direbbe Joker sdraiato sul lettino?

  • Immagine del redattore: debvermi
    debvermi
  • 23 nov 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

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«Sai cos'è buffo, cosa mi fa veramente ridere? Ho sempre pensato che la mia vita fosse una tragedia, ma adesso mi rendo conto che è una commedia.»

La vita di Joker è complicata, così come viene proposta nell’omonimo film del 2019 diretto da Todd Phillips. La pellicola ci restituisce un personaggio sofferente e controverso, talvolta vittima degli eventi altre fautore della propria sofferenza.

Il protagonista vive in una Gotham degradata in cui criminalità, vandalismo, disuguaglianze sociali sono all’ordine del giorno. Pochi i punti cardine della vita di Joker: la madre, il lavoro da clown, sua risata incontrollabile – che si manifesta in momenti di forte tensione.

Solo, emarginato e malato, in lui cresce la sensazione di sentirsi diverso.

Come sarebbe cambiata la vita di Joker se fosse vissuto in un altro contesto? Se avesse avuto degli adulti di riferimento sufficientemente buoni? Quale strada avrebbe preso la sua vita se avesse avuto la possibilità di raccontare la propria storia? Di condividerla e confrontarsi con un terapeuta? Magari sin da bambino.

Alla fine del film Joker ha una possibilità di riscatto che passa anche attraverso la cura psicologica. Ma il protagonista forse non è ancora pronto a tutto questo, a divenire più consapevole della drammaticità della sua vita.

Joker resterà così incastrato in una catena di eventi negativi che lo porteranno a essere fedele al personaggio che tutti noi conosciamo. Il famoso e spietato antagonista di Batman.


Debora Vermi

Psicologa Genova

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