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Caro signor Freud,

  • Immagine del redattore: debvermi
    debvermi
  • 13 set 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

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Inizia così una celebre lettera aperta che Albert Einstein invia al padre della psicoanalisi nel 1932. Il fisico sottopone a Freud un semplice interrogativo: perché la guerra? Esiste la possibilità per l'uomo di resistere all'odio e alla distruzione, senza farsi fagocitare da "rovinose suggestioni collettive"? Nella visione di Freud, il conflitto è prima di tutto interno alle pulsione umane: da una parte quelle che tendono a conservare e unire, dall’altra quelle che incitano a distruggere. Solo l'intelletto, prodotto della civiltà, domina le pulsioni. E “poiché la guerra contraddice il processo civile, dobbiamo necessariamente ribellarci a essa”. Di lì a poco l'Olocausto renderà ancor più profetiche le sue affermazioni.

Debora Vermi

Psicologa Genova


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